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18 apr 2007

Lindita Arapi

La poesia di Lindita Arapi è un canto all’isolamento, al corpo consumato dalla solitudine e dalla malattia, fermo a marcire sotto la pioggia costante, qual’è il dolore stesso della poetessa. Oltre al dolore non vi è “poi nulla (tutto alla terra ritorna)”: la poesia diviene il bacino isolato dove si scontrano vita e morte. E la morte è vista sotto forma di banchetto di nozze: una macchia continua della vita. Non vi è traccia di rincuoramento, di pace che s’intravvede soltanto tra i volti altrui: la poetessa rimane sola, straziata dallo stesso suo male.Forse il tutto rimanda alla solitudine dell’uomo tra gli stessi suoi simili - “Chi passa lo guarda come uno sconosciuto sulla strada. Stranieri.” -, o forse è solo un rimando alla vita privata della poetessa, dove l’amore è odio e l’odio diventa una spina nella costola, un ricordo che non può più essere sciolto, ma rimane a marcire con lo stesso corpo nella morte.

***

Isolamento

Blu freddo
blu scuro al mattino
un’ estate orrenda
un’ estate orrenda
La pace nei polmoni
occupa uno spazio grande un fazzoletto,
ogni istante pulito, come il cielo
che riflette sullo specchio.
Nessun filo di polvere, nessun filo di polvere

Un chiaro isolamento d’estate
un’ estate orrenda.
Indifferenza.
Verranno domani, dopodomani
a salutarmi ogni tanto
o forse solo il vomito verde
verrà a coprire come erba
fino a marcire.

Sono andati.
L’estate è tranquilla, ovunque.
Non chiudermi in gabbia.

Odoro il mio corpo
sento quanto durerà la vita…
Mi muovo.
Una rosa scura.
Polmoni malati.

***

Macchia di sangue

In stanze bianche
sparse
nelle bianche coperte di lana
entrano
i parenti con giacche bianche
siedono.
Puliscono il sudore con fazzoletti bianchi
bevono
il caffè caldo con tazzine bianche.
Augurano
alla sposa vestita di bianco
felicitazioni
in altri giorni bianchi
s’alzano
per il banchetto, uccidono agnelli bianchi.

da Ndodhi në shpirt 1995 - (Accadde nell’anima)

***

Il cadavere fiorito

Oltre il vetro svegliato come al giorno di pioggia,
quando fumo e bevo il caffè senza alzarmi
con le mie mani scure
che cominciano a tremare spesso,
esiste
una scatola accontonata ad un angolo,
per ricordarmi
che il mio cadavere in mezzo ai fiori
si bagna di pioggia.
Sola.
Chi passa lo guarda come uno sconosciuto sulla strada.
Stranieri.

***

Io ti amo

Io ti amo
quieta
come respirano i benestanti.
Per quello che ho perso
tanto t’odio
come un morto il suo assassino.
Visto che le gambe marciranno
un giorno
io ti amo selvaggiamente -
come un animale che strappa il proprio feto.
Lo so che non respireremo:
un giorno tra i cespugli, in silenzio
moriranno,
marcendo in quell’odore
che ha il nome Dimenticanza…
Io ti amo…
Quando ti sputo addosso,
sono io che lecco con la lingua
quieta.
Ti amo!
Quanto tempo si sta insieme
non so, poi,
non so, gli ubriachi non ricordano le pazzie che fanno.

***

Chissà

E la mia lapide odorerà
come una casupola a marcire sotto la pioggia…
Poi nulla
tutto alla terra ritorna
(tutto quello preso)
Tanto semplice
come una madre che a debito chiede olio e sale.
Poi nulla.
Chissà dopo quanto tempo,
forse sarò un bel fiore
(o spina)
oppure un mare
o pane…mentre vien mangiato
chissà.

da Kufom Lulesh 1992 - (Il cadavere Fiorito)
(Traduzioni di Anila Resuli dall'albanese)
*

Lindita Arapi è nata nel 1972 a Lushnje, Albania. Si laureò con pieni voti all’Università di Tirana nel 1994, e iniziò a lavorare come giornalista e moderatrice per la televisione nazionale albanese (TVSH). Nel 1996 fino al 1998 studiò Lingue e lettererature Tedesche e Inglesi all’Università di Koln in Germania. Dal 1998 al 2001 si dedicò al dottorato nella Facoltà delle Scienze Filologiche e Culturali all’Università di Vienna, Austria.
Attualmente vive a Bonn (Germania).
Tra le pubblicazioni vi sono Kufomë lulesh (Tirana 1993), tradotto in Italia come Il cadavere fiorito (Brindisi 1993), Ndodhi në shpirt (Accadde nell’anima, Elbasan 1995), e Melodi të heshtjes (Le melodie del silenzio, Peja 1998).

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scritto da anila resuli | Comments (0)


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