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5 mag 2007

Barbara Korun


Sulla notte dell'estate nera

Ho fatto un passo fuori in giardino
per cogliere un fiore per te -

lui ha scosso le sue foglie sul mio volto,
respingendomi testardo,
graffiandomi con le sue spine.

Ora ti aspetto
all'angolo della casa,
me ne sto ferma lì

e sento
la rosa tremare
nella mia mano,
è calda, sangue nero
fuoriesce
nell'oscurità.


*


Due Dei

I.

quel dio viene
pesante ed enorme
spinto così lontano
dal paradiso
angelo potente
un angelo con un germoglio
bisbigliando nel mio orecchio
si è piegato sopra me, splendendo
e mi bisbiglia

tutta questa strada
così tanti anni passati
perso distrutto
tutto quello che hai è questo momento
questo solo
quando ti bisbiglio
sei niente niente
polvere dimenticabile
e ti amo
Ti amo

angelo
angelo con un germoglio
perfora
il mio cuore bruciante


II.

questo dio
dimora nell'oscurità
viene da sotto
da dentro
dagli abiti dorati di icone
dalle nervature scure
viene pulsando
illuminato sopra
da candele
sottili come capelli

questo dio
abita nei santi
fiumi sotterranei
nelle voci momentanee
e con fede
sorge
direttamente
nel cielo

con un respiro fragile
con la brezza più soffice
mi parla


*

Stanza bianca

Una stanza, allora, una stanza bianca,
pareti luminose lavate di calce,
pannelli bianchi, pavimento di legno nudo;
c'è un letto in questa stanza vuota
e, nell'angolo lontano, due sacchi d'immondizia.
Attraverso la finestra completamente aperta
irrompe l'odore dei pini.

Il canto delle cicale che volano via.
Un letto in questa stanza, questa stanza bianca,
una coppia è seduta scomposta là in veste bianca,
guardando verso il cielo così blu loro
stanno annegando nella distanza.
Piedi, anche, i cuori stanno toccando -
ma i loro occhi sono girati verso
l'alto azzurro, sono rapiti nell'infinito.
Ciò è come tocco di anime,
come vanno l'un l'altro
sotto la pelle e più profondo ancora.

Ti copro, tutto intero?
Trovi riparo, qui?

Qui nella quiete, anime nel loro silenzio
uno verso l'altro, legati
in filamenti di luce.
Ci sono modelli dell'arcobaleno
sul soffitto latteo,
esplosioni morbide di colore.

C'è qualche cosa di più morbido delle punte delle tue dita?
Che sapore hanno le tue labbra?
Lasciami assaggiare il battito del tuo cuore, lasciami
sentire il flusso del sangue nelle tue vene.
Mi fermerei qui per ore
immobile nel silenzio,
appena ascoltando.

Il mondo si rompe nello spazio bianco del mezzogiorno.
Tutto si ritira, soltanto la tua prossimità
è mai più vicina, mai più presente e sì,
ciò è potente, sì, io sono troppo impaurita;
sto così attenta
per non ferirti, per non ferirmi.

Lentamente ora, nessuna necessità d'affrettare,
il tempo si ritira, lo spazio cade lontano,
ora ci sei solo tu.
Come questo, l'apertura del mare prima di Mosè.
Come questo, l'apertura del mondo prima di me.
Tutto quello che pulsa nel tuo corpo,
che batte nel tuo cuore.
Lasciami essere ancora più vicina, lasciami
essere profondamente, interamente dentro di te. Lasciami essere te.

Ed allora, il miracolo. Con una parola, un tocco,
tu mi accetti sotto la tua ombra lunare.
Posso guardare attraverso il sottobosco del tuo inguine,
riposare nel nido molle del tuo ombelico,
posso leccare la cavità delle tue braccia come un cervo lecca il suo cucciolo,
posso colpire le tue orecchie piccole,
posso perforare la mia lingua nelle spirali del tuo cuore.
Brividi dolci agitano il mio corpo, anche,
posso assaggiare ogni tua percezione, ogni tuo pensiero.
La membrana della solitude si allarga e scoppia,
sono sommersa nelle tue onde.

Che campo da gioco meraviglioso, il tuo corpo,
una sorpresa ad ogni punto. Siamo come bambini
che giocano a vicenda, che giocano nel mare infinito.
Nessun timore ancora. Nessuna vergogna ancora.
Tutto qui è uno: tu stesso, io stessa, il mare, il mare.


*


Respirando insieme

Puoi
raggiungermi
dovunque
in profondità come puoi;

nel piacere,
nel dolore
slitto via
da te;

nella lingua,
nelle parole,
qui
stai respirando
dentro me, mi inali
interamente.


*

Nascita di un angelo

Ho dato alla luce da un gonfiamento sul mio seno, il mio terzo seno,
desideri nascosti sotto le sciarpe e gli scialli. Fa male come è venuto. Lui
mi aiutò con le sue grandi mani, lui che sbuccia i volti delle anime.
Ho visto un piccolo essere, formato di un pugno, coperto dappertutto,
bianco ed appiccicoso. Prima dovete lasciarlo asciugare, egli disse,
scaldando la creatura fra le sue dita grandi. Posso vedere come
questo essere molto piccolo è stato mosso con ali molto più grandi
di lui stesso. Non ha vissuto, lui non potrebbe, lui non ha desiderato vivere.
Una visione, mare-gomma piuma, si è fusa nelle nostre mani.


(Traduzioni di Anila Resuli dall'inglese)


*

Barbara Korun, nata nel 1963 a Ljubljana, è tra le figure principali nella generazione dei poeti contemporanei in Slovenia. È l'autore di Ostrina Miline (`il bordo di tolleranza', Mladinska Knjiga, 1999), col quale ha ricevuto il premio nazionale per la prima opera edita.
Le sue poesie sono state pubblicate in molte antologie e riviste, in dodici lingue.
Lavora nelle case editrici delle pubblicazioni letterarie Apokalipsa e NOVA Revija.

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scritto da anila resuli | Comments (3)


Blogger anila resuli at 5 maggio 2007 alle ore 12:11 | Permalink
questa poetessa è grandiosa. tanto grande da far rabbrividire i nervi dentro la pelle. ha una penna da invidiare, che pulsa, che arde, che traffigge. tradurrò altro di lei prossimamente.
per ora va bene così.

spero venga apprezzata come credo fortemente meriti. 
Anonymous Anonimo at 5 maggio 2007 alle ore 15:39 | Permalink
è brava e sei stata brava tu a proporta e a tradurla. poi, che faccia tremare addirittura le vene ai polsi... :-)

gugl 
Blogger anila resuli at 5 maggio 2007 alle ore 15:47 | Permalink
hehehehe esagerato sì.
ma si leggono poche penne femminili di questo tipo.

imho

grazie stefano :-) 
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