<body><script type="text/javascript"> function setAttributeOnload(object, attribute, val) { if(window.addEventListener) { window.addEventListener('load', function(){ object[attribute] = val; }, false); } else { window.attachEvent('onload', function(){ object[attribute] = val; }); } } </script> <div id="navbar-iframe-container"></div> <script type="text/javascript" src="https://apis.google.com/js/platform.js"></script> <script type="text/javascript"> gapi.load("gapi.iframes:gapi.iframes.style.bubble", function() { if (gapi.iframes && gapi.iframes.getContext) { gapi.iframes.getContext().openChild({ url: 'https://www.blogger.com/navbar.g?targetBlogID\x3d9202531648311071279\x26blogName\x3dparola+nomade\x26publishMode\x3dPUBLISH_MODE_BLOGSPOT\x26navbarType\x3dBLUE\x26layoutType\x3dCLASSIC\x26searchRoot\x3dhttps://parolanomade.blogspot.com/search\x26blogLocale\x3dit_IT\x26v\x3d2\x26homepageUrl\x3dhttp://parolanomade.blogspot.com/\x26vt\x3d-2380610919226342035', where: document.getElementById("navbar-iframe-container"), id: "navbar-iframe" }); } }); </script>

4 mag 2007

La casa dell'usignolo

"Siamo abituati a vedere il Giappone tra di noi ogni giorno tramite gli uomini d'affari, i turisti, i manga, i film, la cucina ecc., tuttavia la cultura di questo paese ci risulta spesso incomprensibile. Hayao Kawai, grazie ai personaggi delle fiabe tradizionali e ai miti, riesce in un'impresa particolarmente difficile: ci avvicina con sapienza all'enigma di quella cultura, e nello stesso temposollecita in noi un'attenta riflessione sul modello occidentale di coscienza, cosa che è possibile soltanto attraverso il confronto con la differenza.

La premessa di questo libro è che i miti e i racconti legati al folclore, come le fiabe, siano rappresentazioni in cui è possibile rintracciare le fondamentali coordinate della psiche. Tuttavia, dice Kawai, sia la diversità delle espressioni che la comunicazione profonda dipendono dalla cultura a cui le fiabe appartengono, al punto che non possono essere interpretate e comprese gli elementi fondanti di ciascua cultura e analizzare le fiabe da questo punto di vista. Dal confronto delle fiabe giapponesi con quelle occidentali, si può risalire alla differenza fra le due culture. Hayao Kawai sceglie alcuni elementi condivisi, come la "figura femminile" e il rapporto "femminile-maschile", e li esamina inoltrandosi nei motivi mitologici greci e giapponesi, nella religione monoteista cristiana e nella religione tradizionale politeista shinto, che continua a vivere senza conflittualità insieme al successivo buddhismo. Per questa via, H. Kawai arriva a enucleare i tratti che caratterizzano le due culturee che segnanola diversità di approccio alla realtà e il diverso modello di coscienza, sollecitando nel lettore una sottile riflessione psicologica."

*

Questo è il commento dietro la copertina del libro "La casa dell'usignolo. Il femminile psicologico tra oriente e occidente" di Hayao Kawai.
L'edizione del 1982 di questo libro è valsa a H. Kawai l'attribuzione del prestigioso premio Osaragi Jirosho.


*

Consiglio vivamente questo libro perchè mette in evidenza come le fiabe giapponesi siano costruite diversamente dalle fiabe occidentali, basandosi soprattutto sul lato psicologico delle immagini, incarnando ciò che nella fiaba occidentale non è certamente ovvio. La differenza che pone evidente H. Kawai infatti è come nelle fiabe giapponesi la fine della fiaba non necessariamente coincide con un lieto fine. Spesso e volentieri vi è un abbandono, una fuga e difficilmente un matrimonio felice.
Il centro della ricerca fatta è la figura femminile. Vi sono infatti rappresentate delle fiabe quali "La casa dell'usignolo", "La donna che non mangia", "La risata dell'Oni", "La moglie gru" e tante altre, tutte riguardanti un personaggio principale al quale ruotano storia e altri personaggi.
Se un bambino occidentale ascoltando una fiaba si aspetterebbe un lieto fine, una donna che sposa il suo principe e storie dove i cattivi vengono in ogni caso esclusi o uccisi, un bambino giapponese viene messo di fronte ad una più forte immagine che lascia con diversi punti di domanda. La fiaba giapponese quindi gioca e tentenna sul filo psicologico delle persone quasi a voler essere di soggettiva interpretazione per coloro che la leggono.


*

Nato nel 1928, Hayao Kawai si è laureato in Psicologia all'Università di Kyoto. Dopo aver completato nel 1959 gli studi in Psicologia Clinica presso l'Università di Los Angeles, si è specializzato in psicoterapia presso l'Istituto C.G.Jung di Zurigo. Tornato in Giappone, è stato il primo analista junghiano e successivamente formatore di psicoterapeutici. Ha insegnato per oltre venti anni Psicologia Clinica presso l'Università di Kyoto. Nel periodo 2002-2006 è stato Direttore Generale della Agency for Cultural Affair (Bunkacho). Ha scritto e pubblicato oltre cinquanta libri e numerosi articoli, tradotti in più lingue. Tra le sue opere più importanti c'è anche Myoe yume o ikiru (Mioe: una vita di sogni) del 1987 che gli è valso il premio Shincho Gakusei. Attualmente vive e lavora tra Nara, Kyoto e Tokyo. Ha già pubblicato in Italia presso Moretti&Vitali nel 2004, Il Buddhismo e l'arte della psicoterapia.

Etichette:




scritto da anila resuli | Comments (0)


Post a comment